lunedì 7 maggio 2012

Itaca - Costantino Kavafis


Se ti metti in viaggio verso Itaca,
augurati che sia lunga la tua strada,
e piena di peripezie e conoscenze.
I Lestrigoni e i Ciclopi,
Poseidone iracondo non temere:
mai te li troverai sul tuo cammino
se il tuo pensiero è alto, e nobile
è il sentimento che ti tocca anima e corpo.
I Lestrigoni e i Ciclopi,
il feroce Poseidone non li incontrerai
se non abitano già nella tua anima,
se la tua anima non te li mette contro.
Augurati che sia lunga la tua strada
che siano molti i mattini d’estate
quando con piacere, con gioia
approderai in porti sconosciuti;
ti fermerai negli empori fenici
e acquisterai preziose mercanzie,
madreperle e coralli, ambra ed ebano,
profumi voluttuosi d’ogni genere,
quanti più puoi profumi voluttuosi.
Va’ in molte città dell’Egitto,
a imparare e imparare dai sapienti.
Sempre nella tua mente tieni Itaca.
Giungervi è il tuo destino.
Ma non affrettare troppo il viaggio.
Meglio che duri molti anni:
e vecchio ormai approdi alla tua isola
ricco di quanto ti ha fruttato il viaggio,
ricchezze non attenderti da Itaca.
Itaca il bel viaggio t’ha donato.
Senza di lei non ti mettevi in viaggio.
Altro non ti darà.
E se la trovi povera, Itaca non ti ha ingannato.
reduce così saggio, con queste esperienze,
avrai capito quel che vuol dire un’Itaca.


Volevo iniziare quest'avventura narrativa con la traduzione della famosa poesia di Costantino Kavafis perché molto ha significato per me negli ultimi cinque anni. Ricordo ancora quando la professoressa d'Italiano delle superiori ci diede, come regalo in ricordo degli anni trascorsi insieme, una piccola busta bianca con dentro un biglietto giallo: ecco che per la prima volta, leggevo Itaca. Era un'altra versione, più armoniosa, aveva forse un ritmo più bello. L'effetto impresso su di me, però, è ciò che porto sempre nel mio cuore. In senso letterale, l'idea del viaggio come momento di scoperte, ritrovamenti, gioia; in senso metaforico, il concetto della vita come viaggio perenne, dove non importa la meta o l'approdo, perché la meta è già lì, c'è sempre stata, intrinseca: è il viaggio in sé.
La pelle d'oca c'è sempre ogniqualvolta leggo questa poesia, cosa che succede due o tre volte all'anno. Il mio viaggio è anche questo, rileggere emozioni quante volte sia necessario affinché io possa apprendere tutto ciò che la vita ha da offrirmi. Itaca è il viaggio, così come il viaggio è la vita. Quanto vi sia di destino e quanto di libero arbitrio...beh, questo io non lo so, ma mi piace credere che, tra un infinito ventaglio di Itache, sta solo a noi sceglierne una. 


Questa versione non l'ho fatta io, ma l'ho trovata su internet, ecco il link: http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20110706173104.pdf

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